Il ragazzo prodigio, l'olandese della Red Bull che non ha mai avuto timore di fare un sorpasso in più; una scuderia che puntava a detronizzare la Mercedes dopo anni di dominio assoluto, soprattutto dopo la collaborazione con la Honda, che ne fornisce il motore.
Di fronte, il re della Formula 1, che ha nel mirino l'ottavo titolo iridato, che gli consentirebbe di superare i sette di Michael Schumacher, dopo aver bruciato i record di pole position (103 contro 63) e vittorie (103 contro 91).
Max Verstappen e Lewis Hamilton non potrebbero essere più diversi: uno più vicino ai 20 anni e l'altro più vicino ai 40; uno esuberante e sempre al limite, almeno in pista, mentre l'altro è ormai una star internazionale del livello di Lebron James e pochi altri. Sono pochi i fenomeni sportivi che non hanno timore di alzare la voce portando avanti le lotte per il sociale: eloquente il casco arcobaleno con cui l'inglese si è presentato al GP d'Arabia Saudita, a ribadire che i grandi eventi portano soldi, vero, ma non cancellano l'arretratezza di certi Paesi in materia di libertà e diritti civili.
Fino alla partenza del GP di San Paolo, il distacco tra i due ha toccato persino i 19 punti, ed era lecito pensare all'olandese come favorito per il rush finale. E invece tre vittorie consecutive del britannico hanno riaperto tutto: parità a 369,5 punti a una gara dal termine, con Verstappen virtualmente primo per il numero di GP vinti. Una situazione accaduta solo una volta nella storia, quando nel 1974 erano il brasiliano Fittipaldi e lo svizzero Regazzoni a giocarsi tutto nell'ultima giornata.
Così il Mondiale più bello degli ultimi anni, pieno di polemiche, ricorsi, sorpassi e scontri, sarà deciso all'ultima, combattutissima gara, come è giusto che sia dopo una stagione tanto avvincente. Quella di Jeddah è stata una gara bellissima per lo spettacolo, anche se incomprensibile per quanto riguarda la gestione della direzione di gara: due bandiere rosse, di cui una molto contestata, per sistemare le barriere dopo un incidente; due partenze mozzafiato, che hanno messo in mostra prima le abilità di Hamilton e poi lo spirito di Verstappen, capace di uno straordinario doppio sorpasso nel giro di una curva. E poi ancora un tamponamento di Hamilton ai danni del pilota Red Bull, così come due penalizzazioni (15 secondi complessivi) per il giovane avversario, colpevole prima di aver tagliato una curva, poi di aver frenato troppo per restituire la posizione.
Polemiche e confusione che stonano parecchio lo spettacolo che questi due piloti, insieme alle loro scuderie, sono riusciti a offrire durante l'anno. Sul piano tecnico, Verstappen sembra aver pagato lo scotto della tensione del giovane di fronte all'esperienza e alla freddezza del campione: forte e veloce, ma ingenuo e troppo teso quando conta, come nel secondo start di ieri. D'altronde, la qualifica del sabato, con l'olandese finito sulle barriere e terzo dopo un giro fantastico, aveva già dimostrato una volta per tutte che il leone d'Inghilterra venderà cara la pelle fino all'ultimo.
Il mondo dei motori, si sa, vive costantemente nelle soglie, dentro e fuori dal limite: quello dell'adrenalina e dei battiti nel corpo dei piloti; quello dei cavalli di un motore, dei centesimi di secondo o dei centimetri necessari per disegnare una traiettoria migliore.
Negli ultimi anni, poi, vive anche al limite dei regolamenti, come dimostra la guerra a suon di investigazioni e sanzioni che da mesi coinvolge la Mercedes e la Red Bull di fronte agli organi della FIA: dinamiche comprensibili, dato che in palio, oltre al prestigio per una vittoria in più, vi sono i guadagni milionari che rendono la Formula 1 uno degli sport più ricchi in assoluto.
Si deciderà tutto nell'ultimo atto, nel GP di Abu Dhabi di domenica 12 dicembre (ore 14.00 italiane). Red Bull contro Mercedes, Max contro Lewis; innovazione contro tradizione. Staremo a vedere se la nuova generazione di piloti potrà aprire un nuovo ciclo o se il campione inglese potrà diventare il pilota più forte di sempre, superando il grande Schumacher anche nel numero di campionati vinti.
E mentre questi fenomeni si giocano tutto in una gara, staremo a vedere se, prima o poi, anche la nostra Ferrari riuscirà a uscire dalla spirale negativa in cui è sprofondata, ormai da troppo tempo.
Andrea Sciretti
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