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Virtus-Olimpia, meglio lo spettacolo dei veleni

Finale scudetto di Serie A di basket: AX Olimpia Milano pronta a giocare il secondo match point contro la Virtus Bologna, ma tengono banco le polemiche sugli arbitraggi 

 Succede che la pallacanestro italiana sia tornata agli onori della cronaca nelle finali scudetto del 2022, grazie all'ennesimo Derby d'Italia tra la Milano di Armani e la Bologna targata Segafredo. Un derby che ha il sapore d'Eurolega, la massima competizione europea in cui i milanesi sono ormai tra i primi otto e dove i bolognesi torneranno a partecipare a seguito della vittoria in Eurocup.

Una finale annunciata, remake di quella dello scorso anno finita con un sonoro 4-0 per i bianconeri, che mette uno di fronte all'altro il meglio dell'imprenditoria italiana (Giorgio Armani, Massimo Zanetti), delle panchine (Ettore Messina e Sergio Scariolo), del basket italiano ed europeo: Rodriguez, Melli, Hines e gli altri contro campioni come Teodosic, Belinelli, Shengeila…e il conto non finisce qui.

Come nelle migliori feste attese per tanto tempo, succede anche che il meglio del nostro basket sia rovinato dal peggio della nostra cultura: ed ecco spuntare prontamente le polemiche sugli arbitraggi e sulla corruzione del sistema. Sarebbe stato sufficiente aprire i social network per trovare le solite tifoserie l'un contro l'altra armate, desiderose di scaricare tutto l'odio verso la rivale. Senza dimenticare la critica nei confronti dei propri "beniamini", per cui l'allenatore è sempre un "brocco" e i giocatori sono sopravvalutati.

Niente di nuovo, verrebbe da dire. Eppure, come nei peggiori esempi di altri sport, le polemiche hanno toccato niente meno che le stesse società, preoccupate di discutere di arbitri, magari per ottenere qualche favore.

Sergio Rodriguez e Milos Teodosic. Fonte: Corriere.it
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LeBron James e Adam Sandler presentano Hustle. Ecco la nostra recensione - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Un storia di intrecci, contatti, intuito, furbizia, sacrificio e costanza. Con un Adam Sandler che in Hustle sfoggia il meglio di sé. 

 Arbitraggi, sospetti, striscioni

Lo striscione contro Messina. Fonte: Il Resto del Carlino

Già c'erano state le avvisaglie alla vigilia della finale, quando ai microfoni di TRC il CEO della Virtus Luca Baraldi aveva «rilevato, sui social, molta preoccupazione per gli arbitraggi». Dopo l'emozionante gara5 di giovedì, in cui l'Olimpia ha fallito il primo match point per chiudere la serie, il patron Zanetti affermava di aver vinto a dispetto dell'arbitraggio: «E' ora di smetterla di subire questa sudditanza psicologica nei confronti di Milano e di Messina».

Simili frasi, oltre a far passare in secondo piano l'ottima prova della sua squadra, non potevano non innescare un vespaio di polemiche, cui è seguita una risposta ufficiale da parte della società milanese: nel comunicato del giorno dopo, infatti, l'Olimpia si dichiarava «stupita e indignata» per le insinuazioni di Zanetti, invitando la Federazione a valutare «provvedimenti sanzionatori», pur chiedendo ai propri tifosi di «non rispondere alle provocazioni».

Difficile dire quanto i tifosi di entrambe le squadre si manterranno distanti da un simile scambio di cortesie. La rivalità tra le due squadre più titolate in Italia è così sentita da non aver bisogno di ulteriore benzina sul fuoco. Erano già sufficienti i fischi e gli striscioni contro i tanti ex: da Scariolo e Hackett fischiati a Milano, a Giampaolo Ricci ed Ettore Messina in terra bolognese. Proprio quel coach Messina che con la Virtus ha vinto 4 Coppa Italia, 3 scudetti e 2 coppe europee, si è visto recapitare uno striscione in cui gli si negava il rispetto dovuto ai grandi ex.

Scaramucce tra tifoserie, tutto sommato prevedibili e accettabili se contenuti nei limiti della rivalità sportiva. Ma perché le società dovrebbero prestarsi a questo gioco?

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Carlos Alcaraz, un ufo atterrato sul pianeta tennis - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Carlos Alcaraz giocherà oggi la sua prima finale in un Masters 1000. Avversario il norvegese Ruud, inizio fissato per le ore 19. Il tennista spagnolo, appena diciottenne, è il grande favorito del confronto e già questo dovrebbe far capire quanto sia eccezionale il suo talento e il suo rendimento.

Le cinque gare sono state molto combattute e tese, gli arbitri non sono stati sempre lucidi nella gestione della tensione e omogenei nelle decisioni prese. Il numero di falli tecnici e falli antisportivi fischiati risulta spropositato per una serie che, al netto della tensione, non può dirsi di certo scorretta e violenta: semmai ci sarebbe da discutere sul dialogo arbitri-allenatori e sui criteri per sanzionare i comportamenti antisportivi, ma il discorso andrebbe affrontato in chiave europea. È plausibile che nei post gara gli allenatori abbiano discusso il peso di qualche fischio, per fortuna senza mai trascurare le questioni tecniche.

Una sgrammaticatura come quella di Zanetti, invece, sconfina dalle tensioni di una finale. Sconfina, va detto, dalla cultura sportiva del basket. Si può discutere la qualità di un fischio, ma parlare di supposte sudditanze psicologiche alimenta la solita cultura del sospetto che tanto male fa al nostro sport.

Davvero tre arbitri su un campo 28x15metri possono subire il blasone di una squadra? E poi: un coach come Sergio Scariolo, in una squadra come la Virtus Bologna, hanno meno storia rispetto all'Olimpia di Messina? 

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Il Palpa: il più grande talento inespresso del tennis - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Roberto Palpacelli, detto il "Palpa", è la più grande promessa non mantenuta del tennis italiano anni '80 e '90. Un campione mancato, che poteva diventare uno dei più forti al mondo, come confermato da chiunque lo abbia incrociato.

 L'equilibrio della finale: finisce in sei gare?

Alimentare veleni non è solo inutile ma anche rischioso, e dirigenti di società che affronteranno l'Eurolega dovrebbero tenere conto delle possibili conseguenze delle proprie parole. Ed è anche dannoso. D'ora in poi la finale tra l'Olimpia e la Virtus potrebbe essere ricordata per gli arbitraggi, non per lo spettacolo visto in campo. Chi ha cercato di vedere le partite da appassionato, invece, ha visto due roster di livello internazionale scontrarsi (quasi) alla pari.

Milano è apparsa sin da gara1 un po' più pronta fisicamente e affamata dopo l'uscita dai playoff di Eurolega; forte della sua difesa granitica, ha ritrovato il miglior Melli e ripreso a giocare in maniera quasi sempre armoniosa in attacco. Bologna, fresca vincitrice di Eurocup, sembra aver perso un po' di quell'entusiasmo che l'aveva trascinata al primo posto della regular season; resta una squadra piena di talento, che ha trovato in Daniel Hackett e in Toko Shengeila dei trascinatori da affiancare alla classe di Teodosic e alla mano calda di Belinelli.

Tutte le gare, fino ad ora, hanno vissuto di strappi; al netto dei campionissimi, ha fatto la differenza chi ha saputo controllare i rimbalzi e trovare punti dalla panchina. E così sarà anche nella sesta gara, che si disputerà nuovamente a Milano: l'AX Armani ha la possibilità di chiudere in casa la serie e portare a casa il suo 29° scudetto, evitando lo spauracchio della "bella" fuori casa; la Virtus ha la possibilità di ribaltare pronostici e statistiche (mai nessuna squadra in una finale ha rimontato dal 3-1), ritrovando entusiasmo e freschezza necessari per riaprire i giochi.

Palla a due alle 20.30 di sabato, in diretta su Eurosport e su Rai Sport. Potrebbe essere una grande vetrina per tutto il movimento, l'antipasto di una sfida che avremo la fortuna di vedere in Eurolega.

Da anni la pallacanestro italiana non proponeva due squadre di così alto livello in finale, ben allenate, ben gestite, seguite da due tifoserie storiche. Facciamo l'interesse del nostro sport, lasciamo da parte i veleni e godiamoci lo spettacolo. E vinca il migliore.

Andrea Sciretti

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