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Aeroplanino, Nanu, Principino. Quando i soprannomi diventano (quasi) più importanti del nome.

A chi non è mai capitato di dare un soprannome un calciatore perché aveva il nome impronunciabile o per una caratteristica fisica o per il suo modo di stare in campo?
Nell’articolo di oggi vediamo alcuni dei soprannomi dati a celebri calciatori.

Il Piscinin – Franco Baresi

Uno dei migliori difensori italiani della storia, è stato soprannominato "Piscinin",termine in dialetto milanese usato per riferirsi ai bambini. 

Venendo scartato dall'Inter a quattordici anni perché di fisico esile. La stagione successiva, uno dei mister che lo aveva esaminato all'Inter, Italo Galbiati, lo richiama questa volta al Milan, dove si era appena trasferito. I dirigenti della sua squadra non sono d'accordo, perché è alto solo 1.64 cm e dicono che non crescerà e hanno paura di fare una pessima figura con il Milan.

Galbiati non si arrende, e la società rossonera lo compra dall'Unione Sportiva Oratorio per un milione e mezzo di lire, e Galbiati fa un accordo non scritto con i dirigenti dell'USO "Vi diamo un milione per ogni centimetro in più se va oltre il metro e settanta". 

Baresi arriva a 1,76m, la promessa è stata onorata? Franco sorride alla domanda e dice:" Non lo so....." 

Il Principino – Claudio Marchisio

Qual è l’origine del soprannome  "Principino" di Claudio Marchisio

Le sue parole: "ll merito è di Federico Balzaretti. Mi presentavo al campo vestito elegante. Mentre molti arrivavano in tuta, con un jeans strappato e una felpa e, quindi, un giorno Federico mi dice: ‘Sembri proprio un Principino: tutto bello elegante’. Da li è partito tutto". 

Matrix – Marco Materazzi 

Il soprannome Matrix è stato dato a Marco Materazzi da Roberto Scarpini, direttore di Inter Channel.

Il giornalista ha sempre seguito da vicino le sorti della compagine nerazzurra e spesso e volentieri dà dei soprannomi particolari e sui generis ai calciatori. 

“Il soprannome gliel’ho messo io e ne sono molto orgoglioso. Mi sa che chiedo il copyright… L’ho chiamato Matrix perché l’ho visto subito con qualità quasi sovrannaturali, come Keanu Reeves nel film. Un supereroe”, ha dichiarato Scarpini qualche tempo fa. 

Aeroplanino – Vincenzo Montella

Il suo soprannome quando giocava era Aeroplanino: dopo ogni gol, mimava a braccia tese un aereo. 

L'origine di questo gesto è qualcosa di istintivo: "Non fu una cosa studiata, ma nacque in un Genoa-Cesena, nel mio primo anno di B con la maglia rossoblù. Ero stato relegato in panchina, ma entrai e segnai un bel gol in rovesciata. Rialzandomi, mi venne spontaneo esultare in quella maniera. Da allora non l'ho più abbandonata".

El Pelado – Martin Caceres

Tutta colpa… di sua madre! E di un aneddoto da ritrovare nel 1998: fu completamente rasato dalla madre.

Si sa, poi, come sono i bambini a II anni: terribili. Talmente terribili da attribuirgli un soprannome strano, che l'ha accompagnato durante tutta la sua carriera, in cui Martin non ha mai cambiato pettinatura, tra l'altro: ha sempre mantenuto i capelli lunghissimi.

Formica Atomica – Sebastian Giovinco

Scontento della situazione passa al Parma dove si guadagna il soprannome di "Formica Atomica" vista la bassa statura ma l'impressionante potenza esplosiva e classe che lo porteranno ad essere il miglior marcatore emiliano dal 2010 al 2012 totalizzando 22 reti in 60 presenze. 

Il nome deriva dall'omonimo cartone animato.

Nanu – Giuseppe Galderisi 

Il soprannome gli viene dato durante il periodo con le giovanili della Juventus.

" "Nanu", per la verità, era il soprannome di Franco Della Monica, che veniva da Vietri come me. Franco era un vero fenomeno, tecnicamente più forte di me, anche se purtroppo non ha avuto altrettanto fortuna. Ebbene, quando io arrivai in Piemonte, lui andò in prestito a un'altra squadra. Stessa città, stessa carnagione, mi affibbiarono anche lo stesso suo soprannome, che portai molto volentieri." 

Questo quanto detto da lui stesso.

 El Niño Maravilla - Alexis Sanchez 

L'attaccante sudamericano è stato chiamato così fin da quando, molto giovane, fece notare a tutti il suo talento e la sua classe cristallina sul rettangolo verde di gioco.

In realtà nella propria città natale, Tocopilla, l'ex Udinese ha ben altro soprannome. 

Infatti fin da bambino amici e conoscenti lo chiamano "ardilla" o "dilla" che, tradotto in italiano, vuole dire "scoiattolo". Questo perché da ragazzino il piccolo Alexis amava tantissimo arrampicarsi sugli alberi, salire sui tetti delle case o correre senza sosta passando sopra e sotto le recinzioni dei giardini.

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