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La passeggiata nella vita di Gianluigi Buffon

L'autobiografia di Gianluigi Buffon: tra Chagall, Jovanotti e la vita di una complicata persona semplice.

L'autobiografia di Buffon, "Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi"

Utilizzo un'immagine per darvi due schizzi dell'autobiografia di Gianluigi Buffon: il quadro.

Se per Leopardi fu caro [...] quest'ermo colle, per Buffon lo fu Marc Chagall e, in particolare, uno dei suoi quadri più celebri: La passeggiata. Un quadro, appunto. Un semplice quadro, esposto a una mostra a Torino, che (proprio come la siepe che occludeva la vista dell'orizzonte al poeta recanatese lo costrinse ad oltrepassarla con uno sforzo d'immaginazione) permise a Buffon di iniziare un viaggio interiore salvifico alla ricerca di un orizzonte che la depressione gli stava offuscando.

Ebbene sì, anche i grandi campioni, che spesso crediamo viaggino in una dimensione altra, alla fine sono degli esseri umani come tutti e, in quanto tali, vengono afflitti dalle più comuni sofferenze del mondo, come appunto la depressione. L'importante è saper affrontare i mostri che ogni tanto vengono a farci visita e che spesso ci mandano al tappeto, guardarli negli occhi, scacciarli e rialzarsi.

Riprendo di nuovo l'immagine del quadro, che, a mio avviso, diventa metafora della vita, osservandolo nei suoi due elementi strutturali: la cornice e la tela con il suo contenuto.

La passeggiata di Marc Chagall

Il titolo che Buffon ha scelto per raccontarci la sua vita (Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi) possiamo vederlo come la cornice. Pensateci bene. Quante volte cadiamo al giorno, al mese, all'anno? Quante volte ci rialziamo al giorno, al mese, all'anno? La cornice, e quindi la struttura portante del quadro, la possiamo vedere come una sorta di linfa vitale che conferisce all'uomo la capacità di tener botta alla vita, di saper cadere e di saper rialzarsi. Un concetto che ben si sposa con quello di resilienza. Numerose, e talvolta fragorose, sono state le cadute di Buffon, soprattutto nel suo periodo adolescenziale a Parma e poi nei lunghi anni trascorsi all'ombra della Mole Antonelliana, ma, talvolta con grande fatica, ha sempre saputo rialzarsi, anche quando la caduta avrebbe potuto mettere al tappeto persino un elefante. Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi è quindi una forma mentis nei confronti della vita che, se l'uomo o la donna riescono a far propria, diventano sostegno, motore costante e la cornice all'interno della quale dipingere la tela della nostra esistenza. È quello che ha fatto Gianluigi Buffon, imparando a cadere e a rialzarsi. Continuamente. È proprio la testardaggine, la personalità e la follia di Buffon che emergono dal libro, perché lui ha sempre deciso, con la sua testa, quale pennellata dare al suo quadro, giusta o sbagliata che fosse, ha sempre tenuto alta l'asticella della sua ambizione, è sempre stato fedele alla passione per il calcio. 

Un esempio di pennellata "alla Buffon"? La scelta di rimanere in Serie B con la Juventus nel 2006, decurtandosi persino l'ingaggio, nonostante fosse appena diventato campione del mondo con la Nazionale e fosse corteggiato dai più grandi club al mondo. Una decisione che prese lui, nella sua sana follia, e che sorprese sia la società sia il suo procuratore. Oppure, tanto per citare un altro episodio, la sua scelta di chiudere la carriera in B, là dove tutto era iniziato: a Parma. Non certamente una decisione banale per colui che, a detta di molti, è stato il miglior portiere della storia. Ma è stata la sua scelta, perché lui aveva deciso così, perché una pennellata di giallo e un'altra di blu in quel momento sarebbero state la cosa migliore per la sua storia, la sua vita, il suo personalissimo quadro

Buffon, di nuovo con la maglia del Parma
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Il calcio dei calciatori, delle emozioni e della "polvere di stelle". Intervista a Roberto Beccantini - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Dribbling, tiri, assist, calci di punizione. Ma anche parate, colpi di testa, stop, lanci. I trascurati: corsa e contrasto. Poi gli eversivi: colpi di tacco e rovesciate. L'ultimo libro di Roberto Beccantini, "Giocati da Dio – I gesti immortali del calcio" edito da Hoepli, mette insieme tutto questo, tutte le giocate possibili, anzi: le più belle. Da Sivori a Zoff, passando per Riva, Totti, Modric, Platini, Maradona. "Non ho stilato classifiche – scrive l'autore nell'introduzione – ho raccolto mementi, episodi, storie nascoste dietro una rovesciata, un dribbling, uno stop". Il frutto di una vita, tra La Stampa, Tuttosport, La Gazzetta dello Sport, Il Fatto Quotidiano, Guerin Sportivo, da giornalista. Un mestiere "che poi mestiere non è. È stata, è e sempre sarà passione".

Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi: oltre a rappresentare il senso della vita nel suo significato più filosofico, è anche il mantra di ogni portiere. Dopo una parata, bisogna rialzarsi immediatamente per evitare che il tiro successivo valichi la linea di porta e così via, per migliaia e migliaia di volte lungo tutto l'arco della carriera. Una carriera che per Buffon è iniziata come un fulmine a ciel sereno in un Parma-Milan di Serie A nel 1995 e si è conclusa, amaramente, a fine primo tempo di una semifinale play-off di Serie B tra il Cagliari e il 'suo' Parma nel 2023. Quasi trent'anni di professionismo ad altissimo livello che hanno messo a dura prova il fisico e la mente di Gianluigi Buffon.

In questo libro, per la stesura del quale Buffon si è affidato alla sapiente penna dello scrittore Mario Desiati, troverete un denso condensato della carriera di colui che per molti è il miglior portiere della storia del calcio. Tra le pagine, vi imbatterete: nel piccolo Gianluigi - "Gigi" - che trascorreva tanto tempo con i suoi zii e con nonna Lina a Pertegada, nel Friuli; nel perché Buffon si definisca «Una complicata persona semplice»; nell'importanza che ha avuto per lui Jovanotti; nella lezione impartita a Buffon dal libro Un uomo di Oriana Fallaci; negli allenatori e nei compagni di squadra che più di tutti hanno impattato nella carriera e nella vita di Buffon; nelle partite e parate più significative della sua carriera. Come scordarsi poi dell'importanza che ha avuto per Gigi il già citato Marc Chagall.

Oggi Buffon riveste i panni di Capo Delegazione della Nazionale italiana di calcio, un ruolo che al tempo fu di Gigi Riva e Gianluca Vialli, due personalità che hanno lasciato un'impronta profonda nella sua vita.

Il calcio, sebbene Gigi abbia ormai riposto con cura i suoi 'amici' guantoni (con cui, come ha lui stesso affermato, spesso intratteneva dei dialoghi immaginari), continua quindi a essere il centro di gravità della vita di Buffon.

Chiudo la presentazione di questo libro con una delle frasi che più mi è rimasta impressa e che Gianluigi Buffon ha scelto per racchiudere il significato che hanno avuto per lui i club in cui ha militato: «Come ho sempre pensato, la Juve è stata mio padre, il PSG l'amico di un'avventura, quello che incontri in un viaggio, ma la madre, con la sua dolcezza, è stata il Parma».


TITOLO: Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi.

AUTORE: Gianluigi Buffon e Mario Desiati

CASA EDITRICE: Mondadori

PRIMA EDIZIONE: Novembre 2024

NUMERO DI PAGINE: 248


Marco Fontanelli

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