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Intervista ad Andrea Rizzi, da Brescia a Praga nel segno della multicultura

Bresciano classe 1999, Andrea Rizzi è un giovane italiano residente a Praga. Da sempre amante e praticante del calcio, fa parte dei Prague Raptors, una società basata sulla multiculturalità.
Abbiamo ripercorso insieme a lui le tappe della sua carriera, con un riguardo particolare all'esperienza attuale nella capitale ceca. 

Come ti sei avvicinato al calcio?

Mi sono avvicinato al calcio perché mio papà è un tifoso sfegatato del calcio e della Juventus. Quindi fin da piccolino ho sempre seguito il calcio e la Juve.

 

Qual è il tuo primo ricordo legato al calcio?

Il primo ricordo che ho è legato all'oratorio con i miei amici alla Badia. Eravamo proprio una bella squadra già da piccolini e ti dico che eravamo molto forti, tant'è che con quello oratorio eravamo arrivati quasi alle finali nazionali. 

Da quell'oratorio in cinque siamo andati direttamente al Lumezzane calcio. A quei tempi era una grande società che lottava per andare in Serie B dalla C e per l'appunto, ho questo ricordo da piccolissimo, quando ci avevano preso e per un rapporto di amicizia avevamo scelto di andare tutti nella stessa squadra.

Qual è il tuo idolo calcistico?

Il mio idolo è Pavel Nedved, giocando anche da esterno mi ispiro a lui. 

Mi ricordo ancora le cassette e i CD che guardavo da piccolo della partite della Juve. Ero innamorato di lui, in qualche modo mi rimando un po' alle sue caratteristiche dentro e fuori dal campo.

 Quali sono i tuoi pregi e difetti in campo?

Come pregio ti direi che sono molto dedito al lavoro. Penso che solo con il duro lavoro si possano raggiungere dei grandi risultati. Quindi traslando questo sul campo, penso che il mio pregio sia l'aspetto mentale. L'ossessione batte il talento.

Il difetto è che, a volte, sono troppo critico con me stesso. 

 Come sei arrivato a Praga?

Sono qui per lavoro.

Sapevo che sarai venuto qui con molto anticipo per compiere un internship, infatti, prima ero in Inghilterra; quindi ho detto "devi per forza trovare una squadra". Già in Inghilterra giocavo in una squadra universitaria.

Allora ho iniziato a fare un po' di ricerche su Internet, capire in base al livello, in base agli orari per poter far combaciare tutti gli impegni, e la prima cosa che compariva quando cercavo le squadre di calcio a Praga erano i Raptors perché il capo è un'azienda di marketing, quindi sa piazzarti sul web.

Ho guardato il website, fatto molto bene, organizzato, chiaro e insomma avendomi fatto una buona impressione ho deciso di scrivergli e chiedere un po' di informazioni.

Mi hanno risposto spiegandomi il contesto, e poi mi hanno semplicemente chiesto il mio curriculum calcistico e qualche video di presentazione. Quindi ho inviato il mio profilo Transfermarkt e in più un po' di video con miei highlights e da agosto 2023 è iniziata l'avventura. Vediamo dove mi porterà… 

 Che cosa sono i Prague Raptors?

È una società nata 5 anni fa, dall'idea di Daz. È un ragazzo ceco che ha vissuto in Inghilterra, essendone anche originario.

Lui è molto attento alle cause sociali e Il suo primo obiettivo era proprio quello di creare una comunità per tutta quella gente straniera che viene a Praga, chi per studiare, chi per lavorare chi per vivere. Essendo il calcio un collante per eccellenza è stato creato una squadra che è l'A team. Successivamente poi è stato creato un B team sempre maschile. Ovviamente si è attenti anche al calcio femminile, avendo una squadra che gioca nella serie B ceca e poi un secondo team amatoriale.

Il main focus della società è però l'Accademy, quindi il settore giovanile che è molto, molto in crescita. Essendo una società in cui tutti parlano inglese, tutti gli allenatori sono inglesi, loro collaborano molto con le scuole internazionali e non solo della città. Così tutti i bambini giocano a calcio, che è lo sport più bello al mondo e in più anche hanno la possibilità di parlare inglese, cosa c'è di meglio?

l'obiettivo dichiarato è quello di arrivare in tot anni nel professionismo. Stanno investendo tanto, sotto questo punto di vista e pensa che l'allenatore è un ex giocatore di Premier League (Kim Grant). Nella nostra squadra in totale siamo più di 20 nazionalità. Un giocatore per nazionalità? Circa.

Una cosa molto interessante è che giochiamo la Felix Trophy,in pratica è una Champions League non professionista. È nata anche quella qualche anno fa in cui 12 squadre da tutta Europa si sfidano.

Ora andremo a fare le Final Four a Desenzano del Garda, in Italia. Ho anche giocato nel Desenzano, quindi, è proprio casa mia.

(Per la cronaca, hanno perso la finale per il terzo anno di fila).

Com'è stato il primo impatto con i Raptors?

Per prima cosa sono stato molto impressionato dalla squadra, non mi aspettavo questa qualità.

Invece a livello calcistico di Praga, si gioca un calcio aggressivo, molto all'inglese. Quindi noi siamo proprio una squadra atipica nel campionato. Qui si va molto per le palle lunghe cercando la spizzata della punta. Poi ricevi molte gomitate, per questo ti dico che è un calcio molto aggressivo in cui conta molto il fisico.

Invece noi seguiamo la nostra filosofia, cercando di giocare sempre la palla, fare tanto palleggio, difatti creiamo tante occasioni. Quindi l'impatto è stato positivo con la squadra e sono rimasto un po' spiazzato dal calcio ceco.

Invece come sono le strutture? Immagino, anche per gli investimenti che ci sono dietro il progetto "Raptors" che voi giochiate in strutture di altissimo livello. Com'è invece la situazione guardando gli altri centri?

Anche sotto questo aspetto sono stato molto impressionato perché i campi in Repubblica Ceca sono spettacolari che tu gioca contro la prima o contro l'ultima in classifica sono tutti tavoli da biliardo.

Per ora i Raptors non hanno il proprio centro di allenamento e ci appoggiamo a un'altra squadra. Però la società si sta già muovendo in questa direzione avendo in cantiere la realizzazione di un centro sportivo con un piccolo stadio e un centro di allenamento che servirà a tutte le squadre della franchigia, includendo quindi anche le squadre femminili.

Ricordiamo che si parta di quinto livello della piramide del calcio ceco.

I Raptors da qualche tempo possono vantarsi di una partnership con il Leeds United. Si è già visto qualche effetto di essa?

Posso dirti che si sta puntando a stringere diversi accordi in tutta Europa con un occhio di riguardo agli allenatori. Questo perché, la società sta investendo tanto nella prima squadra ma anche nel settore giovanile. Si è già stretto una partnership con anche una società della Liga per poter fare degli scambi di allenatori o comunque dare l'opportunità agli allenatori della nostra Academy, di aver a che fare con progetti d'élite

Il futuro verso quale si è orientati è chiaro: creare un network internazionale per poter dare maggiori opportunità ai giovani dell'Accademy e dare ancora più lustro alla società.

Essendo uno spogliatoio il vostro composto da 20 culture diverse, come vi trovate tra di voi? Cioè, è stato semplice rapportarsi oppure c'è stato qualche scoglio difficile da sormontare?

È tutta gente che è a Praga per studiare o lavorare, quindi sanno tutti l'inglese; perciò, da punto di vista della comunicazione non è stato difficile.

Quando tu vai in un paese nuovo, molte volte le persone fanno fatica se non hanno uno sport, un passatempo, a trovare nuove amicizie; invece, per me è stato subito molto semplice perché arrivi ed hai 30 persone, 30 potenziali amici. Questo aspetto, secondo me, è molto positivo.

Poi i ragazzi sono tutti tra i venti e i trent'anni, quindi con una normale squadra di calcio, però tutti molto disponibili e fare il terzo tempo qui, è sempre obbligatorio.

In questa squadra c'è sempre tanto turnover perché chiaramente c'è gente che viene qui per un tempo limitato, che resta solo per una stagione. D'altra parte però ci sono quella decina di giocatori che sono qua da più anni e sono molto disponibili e questo rende l'integrazione molto più semplice.

Il principio di base è che devi essere open minded, in qualsiasi contesto quando vai all'estero, non è un discorso solo prettamente sportivo. Io avendo già studiato, vissuto in Inghilterra ero già più preparato. Sai che hai a che fare con una cultura che non è quella italiana, quindi ci sono le diversità.

Però il calcio è uguale dappertutto e quindi le dinamiche calcistiche che tu parli in italiano, che tu parli francese, spagnolo, inglese sono sempre lo stesse. Il calcio è un linguaggio universale.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Adesso sono a Praga, ho un contratto lavorativo in una buonissima azienda. Con i Raptors mi trovo da dio, quindi il mio auspicio è quello di poter fare carriera in uno o nell'altro ambito. Comunque, ho sempre giocato a buoni livelli, poi per un po' di dinamiche diventare calciatore in Italia è davvero difficile.

Quando ho capito che diventare calciatore sarebbe difficile, allora ho iniziato a investire su me stesso, quindi ho conseguito una laurea triennale, una magistrale con doppio titolo e ho iniziato anche a dire: "se non faccio carriera nel calcio, mi piacerebbe fare carriera lavorativamente".

Questi sono un po' gli obiettivi. Dimostrare il mio valore, soprattutto anche quello calcistico, dimostrare quello che non si è riuscito a fare in Italia.

All'estero nessuno ti conosce, giochi spensierato. Ti diverti. Il calcio è vissuto anche in maniera diversa, le dinamiche sono diverse; quindi, può essere sempre una seconda opportunità.

Il tuo sogno a livello calcistico?

Vorrei poter avere una seconda possibilità in Italia tra i professionisti, una opportunità per poter esprimere le mie potenzialità e dimostrare che il sistema italiano, forse, non funziona proprio benissimo anche in termini meritocratici.

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