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Dentro il Sogno Olimpico: intervista a Anishta Teeluck

Sesto appuntamento della nostra serie di interviste ad atleti olimpici di Parigi 2024. La storia di oggi ci tocca da vicino essendo la protagonista di oggi, Anishta Teeluck, nata e cresciuta in Italia.

Come ti sei avvicinata al nuoto?

Ho iniziato a nuotare all'età di due anni per merito di mia mamma che mi portava a dei corsi di nuoto, ovviamente da fare insieme ai genitori. 

Col passare del tempo io mi divertivo un sacco in piscina, tant'è che all'età di 4-5 anni, ho deciso di andare nella vasca diciamo da 25 metri, quella da "grandi", sostanzialmente per fare dei corsi di nuoto. In quel contesto, il mio istruttore vide del potenziale in me e mi consigliò di iscrivermi all'agonismo. Quindi da quel periodo ho iniziato con in nuoto l'agonistico e sono felice di dire che continuo a nuotare appassionatamente. È la mia grande passione.

Qual è il tuo idolo?

Tra i miei idoli sicuramente troviamo: in primis Federica Pellegrini che fin da piccola, ho sempre seguito tutte le sue gare; ma sicuramente non posso escludere da questo discorso Michael Phelps, il più grande di tutti.

Hai mai ricevuto borse di studio?

Non ho mai ricevuto nessun contributo fino a quest'anno. Infatti, mi è stata offerta una scholarship da parte del World Aquatic per andare un anno ad Antibes, in Francia, ad allenarmi con atleti di élite di altre nazioni. Ho accettato questa proposta, dunque il 7 settembre partirò per questa nuova esperienza.

Per l'anno prossimo mi allenerò lì in pianta stabile e molto probabilmente sarà così per i prossimi quattro anni, fino a Los Angeles 2028. L' obiettivo è quello di raggiungere appunto quella Olimpiade.

Sei nata in Italia, perché hai deciso di rappresentare Mauritius, la patria della tua famiglia?

Si, sono nata in Italia, a Milano, da genitori di origine mauriziana.

Prima di dirti perché ho compiuto questa scelta vorrei fare una piccola premessa: nel nuoto, ma presumo anche in altri sport, si può avere solo una cittadinanza sportiva.

Fino all'era pre-Covid ho sempre nuotato in Italia, avendo sempre avuto la cittadinanza sportiva italiana. Successivamente, c'è stato un periodo in cui ho riflettuto molto sulla mia vita e mi sono detta: "va bene, facciamo questo cambio di cittadinanza sportiva, vado a nuotare alle Mauritius per rappresentarle". Come ti dicevo, nella prima parte di carriera, ho sempre nuotato in Italia con una squadra italiana e cittadinanza sportiva italiana. Fino alla scelta, ho partecipato a tutti i campionati nazionali giovanili che potevo fare e anche ad alcuni campionati assoluti italiani.

Durante la quarantena ho capito di aver raggiunto il massimo che potevo in questa esperienza; non avevo più obiettivi. Perciò, mi serviva una nuova sfida e questo cambio di cittadinanza sportiva era la giusta occasione.

Così, sono partita per le Mauritius, ho fatto un po' di gare lì e alla mia prima gara internazionale, i Campionati Africani in Tunisia nell' agosto 2022, sono riuscita a qualificarmi alle Olimpiadi di Parigi.

Cosa si prova ad aver ottenuto dei record nazionali ed aver vinto diverse medaglie ai Campionati Africani? È sicuramente un motivo di orgoglio per il movimento nazionale...

A livello internazionale ho partecipato a due Campionati Africani e un Gioco Africano. Ho vinto due argenti e sono stata Campionessa Africana due volte quest'anno (sia ai Giochi africani che ai Campionati africani) nei 200 dorso.

È stata un'emozione veramente indescrivibile. Salire sul podio, ascoltare l'inno della nazione che stai rappresentando, avere tutta la popolazione mauriziana fiera di te è una cosa molto emozionante e che mi rende veramente orgogliosa spronandomi a fare sempre di più. Per questo voglio continuare a essere Campionessa Africana e vincere medaglie.

Raccontaci un po' dell'esperienza parigina che hai appena concluso...

Parlando quindi di Parigi, è stato un qualcosa di straordinario, un susseguirsi di emozioni, non pensavo di poter vivere una esperienza così. Partecipare alle Olimpiadi è sempre stato il mio sogno, fin da quando ero piccola. Penso che questo sia il sogno di qualsiasi atleta. Aver avuto la possibilità di raggiungere tale obiettivo, poter gareggiare in una livello così alto con campioni del mondo è stato bellissimo. Solo a pensarci resto ancora a bocca aperta.

Ripensando alla mia gara non è andata benissimo, però poco importa in relazione a quello che ho vissuto in vasca. Fino al momento in cui sono entrata in camera di chiamata ero tranquilla, cioè, sapevo di dover fare una gara, però volevo godermela senza troppe aspettative; fare quel che dovevo dando il massimo. Poi però il panico...

Entrando in vasca, ti senti veramente minuscolo all'interno di quello stadio con tutta la folla attorno che ti guarda, urla e ti incita. È stato folle avere tutti quegli occhi addosso oltre alle telecamere. Mentre nuotavo sentivo la folla che urlava, non capivo più niente. Sono emozioni che non dimenticherò mai, rimarranno sempre con me. E poi si, anche l'esperienza al villaggio è stata ricca di note positive. Proprio per questo durante la cerimonia di chiusura mi son detta: "OK, qua dobbiamo andare anche a Los Angeles 2028, cioè devo continuare a nuotare perché è stato bellissimo, quasi irreale".

Cosa hai in mente per il tuo futuro?

Guardando al mio futuro, da settembre, come ti dicevo, mi trasferirò ad Antibes per allenarmi sempre avendo come obiettivo Los Angeles 2028. 

Nel frattempo, in questi quattro anni, ci saranno i Giochi del Commonwealth, dove spero vivamente di poter partecipare ed entrare eventualmente in qualche finale, e anche qualche campionato mondiale. L'anno prossimo per l'appunto ci saranno quello di vasca corta a Budapest e quello in vasca lunga a Singapore.

Tra l'altro quest'anno dovrei laurearmi in economia delle imprese e dei mercati alla Cattolica, qua a Milano, dato che mi manca un esame. In realtà penso di continuare gli studi, fare qualche master all'estero. Quest'anno, però cioè mi prenderò un gap year, così da nuotare e pensare esattamente cosa vorrò fare, accademicamente parlando.

Cosa speri per il futuro della tua nazione?

Per quanto riguarda il futuro della mia nazione, spero di essere di ispirazione per i ragazzi che nuotano lì e che mi seguono. 

Sono stata la prima a vincere, nel nuoto, una medaglia d'oro continentale dopo oltre vent'anni. Dunque, spero che sia il punto di partenza di una lunga serie di medaglie che verranno vinte da me, speriamo, e da altri atleti. Proprio guardando a questi giovani nuotatori, mi auguro che non si arrendano mai e che vengano spronati a far meglio.

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