L'Australia, la video call dopo il gol al Verona, l'approdo alla Roma senza neanche un video. Tony Basha ci racconta Cristian Volpato, la nuova stella giallorossa.
"Quando ho posato per la prima volta gli occhi su di lui, ho visto un fenomeno in divenire". Tony Basha non trattiene l'emozione. E in fondo perché farlo quando il talento che hai scoperto fa il suo esordio in Serie A e decide di celebrarlo con una rete? Dietro l'approdo di Cristian Volpato alla Roma, e quindi anche dietro alla rimonta contro l'Hellas, c'è proprio lui: Tony Basha, responsabile dell'Australasian Soccer Academy, società che dal 2006 prepara le giovani leve calcistiche australiane per il salto verso i professionisti.
"Sono così felice che lui e la sua famiglia abbiano creduto in me come suo allenatore e come mentore. Sono così orgoglioso che non ci sono parole". E mentre l'Academy si coccola Volpato, scrivendo "Il nostro ragazzo" sul video del gol di sabato sera, mentre Roma scopre il numero 10 della Primavera, fiore all'occhiello della scuderia di Francesco Totti, abbiamo intercettato Tony Basha mentre è in Germania per lavoro. Per farci raccontare qualcosa di più del nuovo astro nascente di Trigoria.

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Mister Basha, l'ha vista la partita Roma Hellas Verona?
Certamente, ho visto tutto il match. Guardare il gol di Cristian è stato uno dei momenti più belli della mia carriera nel mondo del calcio. Sono scoppiato a piangere.
Vi siete sentiti con il ragazzo?
Certo, Cristian mi ha chiamato subito dopo la partita, abbiamo fatto una video call. Poi mi ha scritto sua mamma, per ringraziarmi, e anche suo padre mi ha chiamato dall'Australia.
Ci racconti, quand'è la prima volta che ha visto Volpato?
Ho visto Cristian per la prima volta tre anni fa. Ho subito amato la sua acutezza e la sua capacità di superare l'avversario. Una cosa che mi ha colpito è stata anche la sua mentalità vincente, da leader. Voleva sempre essere il migliore, tanto in campo quando in palestra. Aveva una mentalità già forte per la sua età.
E poi da lì ha contattato mister Piccarretta, l'allenatore della Roma U17.
Sì, dopo averlo visto ho parlato con Fabrizio Piccaretta, che ha portato Cristian Volpato alla Roma senza vedere neppure una partita. La vera storia è questa. Ho dovuto registrare un allenamento di Cristian e quello è stato l'unico video che gli abbiamo inviato.

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Qual è il ruolo perfetto per Volpato?
Per me è un ottimo numero 10. Lo vedo sulla trequarti, da fantasista, quella è la posizione ottimale per lui. He has X Factor.
Un frutto questo della sua scuola, la Australasian Soccer Academy. Come sta andando il progetto?
Sono soddisfatto, la nostra accademia è veramente forte. Abbiamo giocatori giovani molto bravi in rosa, sono oltre 300 ragazzi. Ci alleniamo a tempo pieno, con grande ritmo, 5 giorni alla settimana e adesso abbiamo giocatori sparsi in tutta Europa e in Asia. E ci siamo anche tolti la soddisfazione di mandare un nostro calciatore in nazionale. Si tratta di Mitch Duke, attaccante classe 1991 che gioca con il Fagiano Okayama, in Giappone. Insomma sono molto contento dei progressi dell'Academy e il 50% della nostra squadra ha origini italiane.
C'è qualche giocatore australiano che dobbiamo segnarci?
Ce ne sono diversi. Due di questi sono attualmente in prova con la SPAL: Luka Strbac, centrocampista di 16 anni, e Billy Rachid, classico numero 10, di appena 18 anni, ha giocato con Volpato per cinque stagioni e sono molto simili. Ma abbiamo anche molti altri giocatori, che hanno un futuro assicurato.
Ma alla fine Cristian Volpato per quale nazionale giocherà?
Io voglio che lui giochi per l'Italia, non per i Socceroos. Resterà con voi.
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